giovedì 16 febbraio 2012

S. Giovanni Battista, l'amico dello Sposo

Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire. (Gv 3,27-30)


S. Giovanni Battista è detto martire, non perché sia morto per confessare Gesù, ma perché è morto per confessare la verità, e la verità è Gesù. In particolare, è morto per difendere la verità dell’amore e del matrimonio.

 Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello.  Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!».  Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.
  Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato.  Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere.
(Mt 14,3-10)
Giovanni evangelista racconta la nuova creazione preannunciata da Giovanni Battista, la manifestazione di Gesù come Sposo della Chiesa, che, come la creazione, avviene in 6 giorni, e li descrive.
Il primo giorno Giovanni il Battista dichiara di non essere il Messia, ma Questi sta arrivando e lo presenta come Sposo del Suo popolo, infatti nella cultura matrimoniale del tempo, chi scioglieva i sandali dell'altro, ne acquisiva il diritto a sposare una donna rimasta sola:
Giovanni rispose loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo» (Gv 1,26-27)


Il secondo giorno, vede Gesù e Lo proclama l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo:

Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!  (Gv 1,29)
Il terzo giorno è Giovanni che indica ai primi due discepoli Gesù come il Messia, lo Sposo della Chiesa:
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. (Gv 1,35-37)

Il quarto giorno Gesù chiama Filippo e incontra Natanaele:
Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi».  Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». (Gv 1,43-45)
Il sesto giorno, ci sono le nozze di Cana:
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho più da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».(Gv 2,1-4)

 Questa serie di giorni richiama alla mente i sei giorni della creazione del mondo, che si concludono con la creazione dell'uomo e della donna, in cui si vedeva l'istituzione del matrimonio. Con quell'evento, le nozze di Cana hanno una corrispondenza manifesta. Nelle nozze di Cana, Gesù dà da bere agli invitati, che è un compito dello sposo e così, senza che nessuno se ne accorga, tranne Sua Madre e i servi, Si è sostituito allo sposo, manifestandoSi Egli stesso come uno sposo.